La Popillia japonica
Un insetto da tenere sotto controllo

Negli ultimi anni, la presenza della Popillia japonica – meglio nota come coleottero giapponese – ha destato crescente preoccupazione tra viticoltori e tecnici agricoli, soprattutto nelle regioni del Nord Italia. Si tratta di un insetto invasivo, originario del Giappone, che ha trovato nei nostri ambienti condizioni ideali per insediarsi e proliferare, diventando una minaccia concreta per numerose colture, tra cui la vite – Vitis vinifera.


Un insetto polifago e vorace
La Popillia japonica è un coleottero della famiglia degli Scarabeidi, lungo circa un centimetro, facilmente riconoscibile per il suo corpo verde metallico e le elitre color bronzo. Ma non è l’aspetto a preoccuparci, è il suo comportamento alimentare: gli adulti si nutrono delle parti aeree di oltre 300 specie vegetali, tra cui molte di interesse agrario, con una predilezione marcata per le foglie della vite.
In estate, a partire da giugno e per buona parte di luglio, gli adulti emergono dal terreno e si concentrano in massa su foglie e grappoli, scheletrizzando le lamine fogliari fino a lasciare solo le nervature principali. Nei casi più gravi, le piante possono subire una defogliazione quasi totale, con effetti evidenti sulla fotosintesi e sul ciclo vegeto-produttivo della vite.

La vite, infatti, è una delle colture più colpite nei territori infestati dalla Popillia, specie quando il vigneto è circondato da prati, siepi o ambienti naturali che favoriscono lo sviluppo delle larve nel suolo. Le conseguenze di un attacco massiccio non si limitano al danno diretto:
• la defogliazione riduce la capacità fotosintetica e può rallentare la maturazione dell’uva
• la pianta entra in stress, con potenziali ripercussioni sulla qualità delle bacche
• l’aumento delle ferite sulle foglie e sui grappoli può facilitare l’ingresso di patogeni secondari.
Inoltre, la presenza del coleottero obbliga a intensificare il monitoraggio e, talvolta, a ricorrere a trattamenti insetticidi mirati, con ricadute sul costo e sulla sostenibilità della gestione del vigneto.


Come monitorare e contenere la Popillia
Il primo passo per contenere i danni è la sorveglianza attiva: le trappole a feromoni e attrattivi floreali sono strumenti utili per valutare la pressione dell’insetto e decidere se intervenire. Nei vigneti già infestati, è fondamentale ispezionare regolarmente le foglie durante i mesi estivi, in particolare nelle ore più calde della giornata, quando gli adulti sono più attivi.

In ottica di lotta integrata, si possono adottare diverse strategie:
• rimozione manuale degli adulti nelle parcelle di piccole dimensioni
• trattamenti insetticidi localizzati, nel rispetto delle soglie d’intervento e della normativa vigente
• gestione del suolo per ridurre l’habitat favorevole alle larve – evitando eccessi di irrigazione o prati permanenti troppo fitti
• lotta biologica: l’uso di nematodi entomopatogeni, come Heterorhabditis bacteriophora, può aiutare a limitare la popolazione larvale nei terreni più colpiti.


Un problema da affrontare con lungimiranza
La Popillia japonica è ormai presente stabilmente in molte aree vitate del Nord Italia, ma la sua espansione verso altri territori è in corso. Affrontarla con strumenti efficaci e una gestione attenta è oggi, quindi, una necessità. La difesa non può essere solo reattiva: serve una visione sistemica che integri agronomia, monitoraggio e sostenibilità.
Per i viticoltori, la sfida è duplice: proteggere la vite dai danni diretti e allo stesso tempo salvaguardare l'equilibrio ecologico del vigneto. Per questo la strada passa per una conoscenza approfondita dell’insetto, una gestione integrata degli interventi e una continua collaborazione tra aziende, tecnici e istituzioni fitosanitarie.
Controllare la Popillia japonica non è semplice, ma è possibile. L’importante è non sottovalutarla e intervenire con tempestività, perché per buoni risultati in viticoltura è sempre bene prevenire.

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