I sapori del Vino
Imparare a riconoscerli

Abbiamo spesso affrontato in questo nostro blog, il tema dei colori e dei profumi che un vino può sprigionare, oggi vorremmo parlare invece dell’esame gustativo di un vino.

La degustazione infatti prevede varie analisi. Si comincia con l’esame visivo che ci permette di individuare il colore di un vino e comprendere se quello che stiamo per assaggiare sia un vino giovane o invecchiato oltre a farci subito comprendere alcuni difetti. Si prosegue poi con l’esame olfattivo da cui si individuano i profumi e si passa quindi all’esame gustativo.

La percezione del gusto del vino


Il gusto di un vino si percepisce grazie a sensazioni saporifere e tattili che vengono poi trasmesse al cervello grazie alle papille gustative, dei recettori presenti sulla lingua.

brindisi con vino rosso

Cosa percepisce il nostro cervello? Le sensazioni che il nostro cervello distingue sono dolce, amaro, acido e sapido oltre a sensazioni tattili come calore, consistenza, astringenza.

Quando assaggiamo un vino quindi possiamo individuare le sensazioni registrate a livello papillare ovvero:

  • acidità o freschezza

  • sapidità

  • amarezza


A livello tattile invece, quando il vino viene a contatto con il palato o con le gengive, possiamo distinguere fra:

  • alcolicità

  • morbidezza

  • astringenza

  • calore


brindisi con vino rosso

Dopo un po’ di allenamento sarà facile distinguere le varie sensazioni mantenendo il vino in bocca, questo perché il calore corporeo riscalda il vino permettendo alle sostanze odorose di liberarsi in quantità maggiore e con maggiore intensità. Queste sostanze arrivano al naso attraverso la rinofaringe, in questo modo sarà possibile confermare le nostre prime impressioni olfattive o farcene scoprire delle nuove.

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Un errore da non commettere


Quante volte avete sentito dire: “questo vino ha un gusto di frutti bosco” o “un gusto di cioccolato”?
Questa affermazione è in realtà sbagliata in quanto quello che noi percepiamo non è il gusto del vino ma il suo aroma che, dalla bocca, sale al naso.

Piccoli problemi della degustazione


Uno dei problemi più frequenti è che le varie sensazioni olfattive tendono a influenzarsi l’una con l’altra rendendo così difficile distinguerle per chi non è esperto.
Facciamo un esempio. Se portiamo alla bocca un vino rosso, mantenuto a temperatura ambiente in una serata d’estate, probabilmente accentueremo le sensazioni di dolcezza e morbidezza; al contrario, assaggiando un vino bianco mantenuto a basse temperature, verranno accentuate la sapidità e l’acidità.

L’alcolicità invece tende a sminuire l’acidità mentre la morbidezza di un vino rende un vino meno sapido.

Possiamo dire quindi che per avere un buon vino, tutte le componenti devono interagire fra loro al meglio, creando armonia e rafforzandosi l’una con l’altra.

Vini morbidi e vini duri


Quando andiamo a testare un vino che esprime maggiormente sapidità, tannicità e acidità, ci troviamo di fronte alla “durezza”. Si tratta di sensazioni che vanno a stimolare la salivazione offrendo sensazioni di freschezza. Si parla invece di un vino “morbido” quando sono maggiormente presenti le sensazioni di corposità e calore.

La persistenza gusto-olfattiva


La nostra degustazione non termina una volta che abbiamo deglutito il vino, questo perché le sensazioni gustative si evolvono all’interno del cavo orale e il nostro cervello continua a registrare questi stimoli. A seconda del tempo di permanenza delle sensazioni gustative, andremo a classificare il vino come “lungo” oppure “persistente” o, al contrario, come “corto” o “sfuggente”

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