Il primo sorso non si scorda mai
Emozioni e ricordi di una degustazione in Toscana

Ci sono esperienze che restano impresse nella memoria come fotografie nitide: il primo viaggio da solo, una canzone ascoltata in macchina d’estate, il profumo del pane caldo. Fra questi ricordi indelebili, c’è anche il primo vero sorso di vino degustato in una cantina toscana. Perché la nostra Toscana è una di quelle terre dove il vino non è solo una bevanda, ma un racconto di generazioni, di mani, di stagioni.

Guida alla prima degustazione in una cantina toscana


L’accoglienza: entrare nel mondo del produttore


Per prima cosa godetevi l’accoglienza. Perché entrare in una piccola cantina a conduzione familiare significa essere ospiti di quella famiglia. Non troverete sommelier in giacca e cravatta ma i proprietari o i loro figli che sapranno raccontarvi l’origine di un vino ma anche l’intenzione che c’è dietro, il lavoro, le difficoltà e le soddisfazioni.

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Guardare, annusare, assaporare


Se siete alla vostra prima degustazione prendetevi il tempo di osservare il vino, il riflesso della luce sul bicchiere. Osservare il vino è come leggere l’introduzione di un libro: capisci già qualcosa, ma sai che il bello deve ancora arrivare.

Usate poi l’olfatto. Chiudete gli occhi, avvicinate il bicchiere, respirate piano. I profumi si aprono come strati di ricordi: i fiori, la frutta, un accenno di erba tagliata. E infine, quel primo sorso.

Il primo sorso: più di un gusto


Il primo sorso è come un piccolo terremoto. Se guidati da un bravo ospite potrete sentire la terra, il sole dell’estate che ha scaldato i grappoli, la fatica della vendemmia… Un vino non si assaggia, si vive.

Fate roteare il vino in bocca, percepitene l’acidità, la sapidità, la struttura. Cercate il retrogusto, il finale, la persistenza.

La degustazione come viaggio


Ogni degustazione è come un viaggio che può iniziare con un bianco, proseguire con un rosato e sprofondare nei rossi. Alle Cantine Ravazzi potete anche terminare con un sorso di un vino estremamente particolare: il Vinsanto Occhio di Pernice.

Occhio di pernice Ravazzi


Ambrato, con unghia dai riflessi granati offre un profumo molto intenso, etereo molto persistente. Un'armonia di frutti dolcissimi: dai fichi alla cotognata, al miele con sentori di erbe aromatiche. E l'impatto gustativo è di morbidezza molto avvolgente, amabile, con sensazioni di calore. Suadente.

Un piccolo consiglio per godere al massimo di una degustazione in cantina? Imparate a rallentare. Non si beve per sete ma per scoperta. Usate i vostri sensi come strumenti di conoscenza. Chiedete senza paura di sbagliare perché una degustazione non è mai solo tecnica, è emozione, intuizione, connessione.

Un consiglio per chi vuole iniziare


Se state pensando di vivere una degustazione in Toscana: lasciatevi guidare. Non serve essere esperti, basta essere curiosi. Ascoltate chi il vino lo fa.
Quel primo sorso — il vostro primo sorso — sarà come una porta che si apre. E una volta aperta, vedrai il vino con occhi diversi. Perché il vino, come ogni cosa fatta con amore, non si dimentica. E la Toscana, con i suoi colli, i suoi silenzi e le sue vigne, sarà sempre lì a ricordartelo.

Avete mai vissuto una degustazione che vi ha emozionato davvero?
Passate a trovarci, magari la sarà proprio quella alle Cantine Ravazzi.

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