Il vino nel mondo
Il Sudafrica

Noi italiani siamo molto orgogliosi della nostra produzione vinicola e del peso che i nostri vini hanno nel mercato internazionale.
D’altra parte, la nostra tradizione nel settore vitivinicolo può vantare un’anzianità davvero ragguardevole, di molti e molti secoli e il livello raggiunto attualmente è altissimo.
Esistono poi delle tradizioni molto più recenti e delle realtà abbastanza distanti dalla nostra, ma che si stanno facendo strada pian piano nel mondo del vino. Una di queste è il Sudafrica, l’unico Paese del continente africano in cui si coltiva la vite e in cui si produce vino.

Ad oggi il Sudafrica è il settimo produttore di vino al mondo, posizione piuttosto ragguardevole; consideriamo poi che in questo Pease la vinificazione viene praticata da ben 350 anni, ancora prima che in America e in Australia.

In linea di massima, la produzione sudafricana è molto differente dalla nostra: la maggior parte delle uve viene destinata alla produzione di mosto concentrato, distillati e vini di largo consumo.

Tuttavia, in questi ultimi decenni un crescente numero di produttori sta puntando ad ottenere di vini di qualità, in grado di conquistarsi un posto nei mercati internazionali.

La storia del vino in Sudafrica


Come nasce la tradizione vitivinicola nel Paese posto più a sud del continente africano?
Da qui, nel 1600, gli Olandesi insediatisi a Città del Capo per detenere il controllo dei traffici commerciali fra l’Europa e le Indie avevano bisogno di vino e distillati da fornire agli equipaggi delle navi in sosta a Capo di Buona Speranza. Per questo tentarono per la prima volta la coltivazione della vite su queste terre, utilizzando barbatelle provenienti dalla Francia.
L’esperimento ebbe immediatamente successo: nacquero già allora le prime cantine, i cui vini aspiravano e talvolta persino riuscivano a tenere testa a quelli prodotti in Europa.
Tuttavia, in Sudafrica non si è mai particolarmente investito nel settore vitivinicolo tanto da portare i vini prodotti a livelli appetibili ed adeguati per i mercati internazionali. Questo almeno fino agli ’80 del secolo scorso, da quando, cioè, alcuni piccoli imprenditori decidono di far fare al vino sudafricano un salto di qualità. Ad oggi, infatti, si possono contare diversi interessanti bianchi e qualche rosso provenienti dal Sudafrica e che si dimostrano, sui mercati internazionali, davvero molto promettenti.

I vitigni del Sudafrica


Le uve più coltivate nel Paese sono, senza dubbio, quelle bianche. fra queste, il vitigno in assoluto più coltivato è lo Chenin Blanc, chiamato Steen, assieme a molti vitigni “internazionali” come lo Chardonnay, il Sauvignon, il Riesling, il Colombard, il Cape Riesling – detto anche Crouchen – e l’Hanepoot – che è il Moscato d’Alessandria.
Per quanto riguarda le uve a bacca rossa le più coltivate sono il Cabernet Sauvignon, il Cinsaut, il Merlot, lo Shiraz. Vi è poi il locale Pinotage, che è un incrocio tra Pinot Nero e Cinsaut, con il quale si producono buoni vini di qualità piuttosto alta.

Le zone di produzione in Sudafrica


Le zone di produzione principali in Sudafrica sono tre: Constantia, Stellenbosch e Paarl.
La prima è la più antica del Paese e si trova nell’area del Capo di Buona Speranza, dove il clima fresco e la vicinanza del mare favoriscono la coltivazione della vite.
Poco distante da questa si trova la zona di Stellenbosch, anch’essa favorita dal clima e fra le prime in cui ci si è dedicati alla viticoltura e che oggi potremmo definire come una delle più importanti del Paese, sia per produzione, sia per la qualità dei vini.
C’è poi più a nord la zona di Paarl, dove troviamo un’area specifica che un tempo è stata un insediamento francese ed oggi rinomata per la produzione di vini di grande qualità.

Il sistema di qualità dei vini sudafricani


Il sistema di qualità tramite il quale vengono classificati i vini prodotti in Sudafrica è vagamente somigliante a quello europeo. Anche questo, infatti, prevede che i vini vengano esaminati prima di ottenere la sigla WO – Wine of Origine/ Wyn van Oorsprong.
I vini possono essere certificati per zona di produzione – ward – annata e composizione delle uve. È prevista anche la menzione “Estate”, che possiamo associare alla menzione geografica francese “Château”.





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