Tutto sui solfiti nel vino
Cosa sono, a cosa servono e perché non bisogna temerli

I solfiti nel vino: croce e delizia di ogni etichetta. Da anni sono al centro di discussioni, miti e timori. Ma cosa sono davvero? E soprattutto: vanno evitati?
In questo articolo ti guidiamo alla scoperta di tutto ciò che c’è da sapere sui solfiti: cosa sono, perché si usano nel vino, quali effetti hanno sulla salute e quanto ne contiene davvero una bottiglia.

Cosa sono i solfiti


I solfiti sono composti chimici a base di zolfo, usati da secoli nell’enologia per le loro proprietà conservanti e antiossidanti. Il termine “solfiti” si riferisce generalmente all’anidride solforosa (SO₂) e ai suoi derivati, presenti naturalmente nel vino o aggiunti durante la vinificazione.

Nomi comuni:

  • Anidride solforosa (SO₂)

  • Biossido di zolfo

  • Solfiti liberi e combinati


I solfiti possono essere sia presenti in modo naturale in piccole quantità durante la fermentazione, sia aggiunti come additivo enologico per stabilizzare il vino.

bicchieri vino bianco

A cosa servono i solfiti nel vino


L’anidride solforosa è un alleato del vino. Viene utilizzata per:

Conservare il vino nel tempo
Impedisce l’ossidazione e mantiene il colore, l’aroma e la freschezza.

Prevenire lo sviluppo di batteri e lieviti indesiderati
Grazie alla sua funzione antimicrobica, protegge il vino da fermentazioni indesiderate, stabilizza il prodotto durante vinificazione e imbottigliamento e aiuta a mantenere la qualità e a garantire una maggiore longevità del vino.

Vini senza solfiti: esistono davvero?



vigna uva

Spesso si sente parlare di “vino senza solfiti”, ma è un concetto fuorviante.
Durante la fermentazione alcolica, i lieviti producono una minima quantità di solfiti in modo naturale. Quindi nessun vino è completamente privo di solfiti.
La normativa permette la dicitura “senza solfiti aggiunti” solo se il contenuto è inferiore a 10 mg/l, ma si tratta comunque di una minoranza di prodotti, spesso più delicati e meno longevi.

Quanto solfito c’è nel vino?


Limiti legali secondo l’Unione Europea

Tipo di vinoLimite massimo (mg/l)
Vini rossi150
Vini bianchi e rosati200
Vini dolcifino a 400
Vini biologici100-150 (a seconda del tipo)


Questi limiti sono considerati sicuri per la salute umana e vengono monitorati con grande attenzione dai produttori e dagli enti di controllo.

I solfiti fanno male?


Per la maggior parte delle persone, i solfiti non rappresentano un problema. Tuttavia, alcune categorie possono essere più sensibili come per esempio persone asmatiche, individui con intolleranze specifiche (rare). Sintomi più comuni ma poco diffusi possono essere mal di testa, rossori e, nei casi più gravi, difficoltà respiratorie.

Nota bene: nella maggior parte dei casi, il mal di testa da vino non è colpa dei solfiti, ma piuttosto dell’alcool, della disidratazione o di altri composti come le ammine biogene.

Perché i solfiti non vanno demonizzati


Senza solfiti, molti vini che conosciamo non arriverebbero mai sulle nostre tavole nelle condizioni ottimali.
In piccole quantità, e usati con competenza, sono uno strumento prezioso che consente al vino di esprimere il meglio di sé nel tempo, senza alterazioni.

In conclusioneiI solfiti nel vino sono uno degli argomenti più discussi e fraintesi dell’enologia moderna. Conoscere il loro ruolo ti permette di scegliere con maggiore consapevolezza, senza farti spaventare da un termine che, alla fine, è solo una delle tante sfumature del mondo del vino.

Quando leggi “contiene solfiti” sull’etichetta, è importante ricordare che:

  • È un’indicazione di legge, obbligatoria sopra i 10 mg/l

  • Non significa che il vino sia di bassa qualità

  • È solo una parte del complesso equilibrio che rende ogni bottiglia unica



Riconoscere un vino con pochi solfiti

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