Il vino in epoca etrusca
Viaggio alle origini del vino

Il vino è una bevanda antica e preziosa, che ha accompagnato la storia e la cultura di molti popoli. Tra questi, gli Etruschi hanno avuto un ruolo fondamentale nella diffusione della viticoltura e della produzione vinicola nell'Italia centrale e oltre.
In questo articolo vedremo come gli Etruschi coltivavano la vite, producevano e consumavano il vino, e quali erano i significati sociali e religiosi che gli attribuivano.


Gli Etruschi e la diffusione della vite e del vino in Italia
Gli Etruschi sono originari della Toscana e dell'alto Lazio, dove si stabilirono tra il XII e il VIII secolo a.C. In seguito, ampliarono i loro confini fino alla Campania a sud e all'Emilia-Romagna a nord, entrando in contatto con altre culture del Mediterraneo, soprattutto con i Greci. Furono proprio questi ultimi a introdurre in Italia nuovi vitigni di origine orientale, che gli Etruschi adottarono e incrociarono con le varietà locali.
Esistono prove dirette della produzione di vino in Italia da parte della popolazione etrusca sotto forma di contenitori in ceramica per il vino, presenti in grande quantità nelle tombe dell'epoca.

I vini etruschi venivano venduti in tutta la penisola e venivano anche esportati: erano molto apprezzati dai Romani e le imbarcazioni etrusche cariche di anfore solcavano il Tirreno dalla Sicilia alla Gallia meridionale – a Cap d'Antibes, in Francia, è stato trovato il relitto di una nave etrusca contenente circa 170 anfore vinarie.


Gli Etruschi e la viticoltura
Gli Etruschi coltivavano la vite fin dall'età del Bronzo, a partire dal XII secolo a.C. Le prime viti ad essere coltivate erano varietà selvatiche, che crescevano spontaneamente nei boschi. Solo in un secondo momento, grazie al contatto con i Greci, gli Etruschi importarono nuovi attrezzi e modalità di lavoro, ma anche nuovi vitigni più produttivi e adatti al clima.

I sistemi di allevamento degli Etruschi derivavano da come le viti crescono naturalmente nei boschi: in natura la vite è un arbusto rampicante, che nei boschi tende a utilizzare un albero portante – tutore – per raggiungere il più possibile la luce. Questo tipo di allevamento è detto “a vite maritata”, con la vite "sposata" all'albero a cui si appoggia. Di solito le piante che venivano usate per far crescere le viti erano pioppi, aceri, olmi, ulivi e alberi da frutto – la vite maritata è arrivata fino ai nostri giorni in alcuni territori della civiltà etrusca, soprattutto nella zona di Caserta.

La potatura praticata dagli Etruschi era molto lunga, pertanto la vite tendeva a crescere molto, con tralci anche lunghissimi. Questo sistema permetteva di ottenere uve più dolci e mature, ma anche più esposte agli attacchi dei parassiti.


Gli Etruschi e il consumo di vino
Le fonti di cui disponiamo ci testimoniano che per gli Etruschi il vino era un simbolo di identità, di religiosità e di convivialità.
Infatti, oltre che parte integrante della vita quotidiana, il vino era un elemento imprescindibile nelle pratiche religiose degli Etruschi. Infatti, questa bevanda era legata in modo profondo alla dimensione religiosa e veniva utilizzata in modo collettivo nelle celebrazioni agli Dei e nelle cerimonie funebri.
Con il tempo divenne anche protagonista dei riti sociali, di banchetti e di simposi – momenti dopo la cena in cui si beveva vino assistendo a spettacoli di musica e danza, conversando e giocando.
Comunque, per quanto gli Etruschi fossero famosi per il loro amore per il piacere, il consumo di vino era regolamentato da norme e rituali, che stabilivano le quantità, le modalità e le occasioni in cui berlo.

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