Potatura a Guyot
Tipologie

Il sistema di potatura noto come Guyot ha origini francesi e risale al XIX secolo. Deve il suo nome a Jules Émile Planchon, agronomo d’Oltralpe soprannominato "Guyot" in patria. A lui si deve la messa a punto di questo approccio che ancora oggi è ampiamente impiegato nella gestione dei vigneti, soprattutto per le varietà più pregiate.

Alla base della potatura a Guyot c’è un principio semplice ma efficace: eliminare i tralci improduttivi e invecchiati, conservando soltanto quelli più vigorosi e fertili. In questo modo, la pianta può concentrare le sue risorse energetiche nella produzione di grappoli di qualità, evitando una crescita vegetativa eccessiva.


Le principali varianti del sistema Guyot
Contrariamente a quanto si possa pensare, il metodo Guyot non è un sistema unico e uniforme. Ne esistono diverse forme, adattabili alle esigenze specifiche del vitigno e del contesto pedoclimatico. Tra le più comuni si annoverano:

• il Guyot semplice
• il Guyot doppio
• il Guyot capovolto
• il Guyot doppio capovolto – noto anche come "alla cappuccina"
• il Guyot a palmetta speronata

La scelta di uno di questi schemi dipende da numerosi fattori, come la varietà coltivata, la vigoria della pianta e le condizioni ambientali. In ogni caso, qualsiasi sia la forma prescelta, l'intervento di potatura deve essere affidato a operatori esperti, in grado di eseguire tagli mirati e ponderati: da questa operazione dipendono infatti la salute del vigneto e la qualità del raccolto futuro.


Come si esegue la potatura a Guyot: le fasi essenziali
Di seguito, una sintesi delle operazioni fondamentali che caratterizzano la potatura a Guyot. Si tratta di indicazioni generali, ma sufficienti per comprendere la logica di fondo di questa tecnica.

• Rimozione dei tralci esausti
La prima azione consiste nel tagliare e asportare tutti i tralci secchi, vecchi o improduttivi.

• Selezione dei tralci principali
Si individuano due o tre tralci robusti, sani e ben sviluppati, che costituiranno la base produttiva per l’annata.

• Accorciamento dei tralci principali
Una volta selezionati, questi tralci vengono potati alla lunghezza desiderata, che solitamente si attesta tra i 90 e i 120 cm da terra. L’altezza precisa varia in base al vitigno e all’ambiente di coltivazione.

• Scelta dei tralci laterali – polloni
Dalla base dei tralci principali si scelgono due o tre tralci secondari, detti anche polloni, purché siano sani e ben formati.

• Potatura dei tralci laterali
Anche questi vengono accorciati in funzione della varietà e del territorio. Di norma, si lasciano a una lunghezza compresa tra i 30 e i 50 cm.

• Pulizia della base della pianta
Vanno eliminati infine tutti i germogli che emergono direttamente dal colletto o dalla base del ceppo, in quanto non apportano benefici produttivi.


Una pratica da seguire con attenzione costante
Anche se le operazioni di taglio si concludono con questi passaggi, la gestione della vite non finisce qui. È essenziale proseguire con un monitoraggio continuo della crescita, per intervenire tempestivamente su eventuali sviluppi anomali o tralci non conformi. Solo una cura attenta durante tutto il ciclo vegetativo può garantire una produzione di uva di qualità e la longevità del vigneto.

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