Negli ultimi anni, i vini analcolici stanno attirando l’attenzione di un numero crescente di consumatori. Non tutti, però, li conoscono.
Effettivamente, di cosa si tratta? Si possono davvero considerare "vini" essendo analcolici? E soprattutto, come vengono prodotti?
Cosa si intende per "vino analcolico"
Con il termine “vino analcolico” si fa riferimento a una bevanda ottenuta da vino tradizionale a cui è stato rimosso l’alcol, in modo parziale o quasi totale.
L'obiettivo è offrire un'alternativa che mantenga aromi, colore e struttura del vino ma che sia compatibile con stili di vita sobri, esigenze mediche, codici della strada sempre più rigidi riguardo al consumo di alcool, o scelte religiose e culturali.
In realtà, quando parliamo di vino analcolico, ci troviamo di fronte anche ad una difficoltà normativa, almeno in Europa, poiché qui, affinché un vino possa essere definito tale, deve contenere almeno l’8,5% di alcol per volume – ABV – salvo eccezioni previste per alcune denominazioni. Per questo motivo, i vini con meno dello 0,5% di alcol non possono legalmente essere chiamati "vino", ma piuttosto "bevande a base di vino" o "dealcolate".
Una tendenza o una realtà affermata?
Negli ultimi anni, la domanda di alternative analcoliche è esplosa, soprattutto in mercati come il Nord Europa, in particolare in Germania, UK e Scandinavia, USA e Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Secondo l’IWSR – International Wine and Spirits Research – il mercato globale dei vini a basso o nullo tenore alcolico ha registrato una crescita annua a doppia cifra negli ultimi cinque anni, con particolare espansione nei Paesi dove si registra una maggiore richiesta.
Attualmente, quindi, quello del vino analcolico è un trend in forte crescita, ma non è ancora una realtà pienamente affermata nel mercato del vino tradizionale. Questo per più motivi: in primis lo scetticismo degli esperti che spesso considerano il vino analcolico un "sottoprodotto" privo di anima enologica; in secondo luogo ci sono delle effettive difficoltà tecniche nella sua produzione, ovvero rimuovere l'alcol senza compromettere profumi e struttura è decisamente complesso.
Come si produce il vino analcolico
La produzione del vino analcolico parte, nella maggior parte dei casi, da un vino vero e proprio, che viene poi sottoposto a un processo di dealcolazione. I principali metodi impiegati sono:
• Distillazione sotto vuoto
È una delle tecniche più diffuse: il vino viene riscaldato in ambiente a pressione ridotta, che permette all’alcol di evaporare a una temperatura più bassa – circa 30/35°C – limitando l’alterazione degli aromi termolabili; l’alcol viene poi separato e il liquido residuo viene stabilizzato.
• Osmosi inversa
Si tratta di un processo di filtrazione a membrana in cui il vino viene separato in due flussi: uno contenente acqua e alcol, l’altro contenente le componenti aromatiche e strutturali; successivamente, viene eliminato l’alcol e ricomposto il vino con l’aggiunta di acqua o di mosto.
• Stripping con gas inerte
Si utilizza un gas come azoto o anidride carbonica per estrarre l’alcol in modo selettivo, sempre a basse temperature; è un sistema meno comune ma promettente per la sua delicatezza sugli aromi.
Ogni metodo elencato ha, al momento, vantaggi e limiti, e spesso i produttori combinano più tecniche per ottenere il miglior equilibrio possibile.
Qualità e percezione del vino analcolico
La qualità dei vini analcolici è in netto miglioramento, anche se non sono ancora comparabili ai grandi vini da terroir. Molti prodotti presentano una struttura più leggera e meno persistenza al palato, ma possono comunque offrire una buona esperienza gustativa, soprattutto nelle versioni frizzanti, rosati o bianchi aromatici.
Ad oggi, quindi, possiamo dire che i vini analcolici non sono una semplice moda passeggera, ma una risposta concreta a nuove esigenze di consumo, che unisce ricerca enologica e sensibilità sociale. Anche se la loro piena affermazione è ancora in corso, soprattutto nei mercati più tradizionali, il loro spazio nel mondo del vino è, molto probabilmente, destinato a crescere.